Catanzaro
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Capoluogo di Provincia e di Regione, Catanzaro sorge su un rilievo a 320 m s.l.m.(12 km dal mare), che scende ripido verso il Catanzaro Lido e il Golfo di Squillace nel mar Ionio. E’ divisa in due parti: la parte vecchia, o storica che dir si voglia, con suggestive stradine strette e tortuose, e la zona moderna sviluppatasi negli ultimi vent’anni.
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Sulle origini di Catanzaro e sul suo nome, non esistono notizie certe. Tante sono le scuole di pensiero nate a questo proposito e le più comuni affermano: che derivi da due alti esponenti della milizia greca, i fratelli Cattaro (o Katà) e Zaro (ipotesi legate al fatto che molte espressioni dialettali etimologicamente derivano dal greco antico e che un antico quartiere del centro storico ha il nome di Grecìa), oppure che derivi dall'attributivo kàto antsàri, misto di greco e d'arabo, che significherebbe "nei pressi di un terrazzo", o ancora che i dei Bizantini, nel IX sec, allo scopo di proteggere i loro domini in Calabria, fondarono, sul colle che domina la costa Jonica, un borgo fortificato al quale diedero il nome di Catasaron (latinizzato poi in Catanzarium). Di sicuro Catanzaro cresce, si sviluppa, diventa città e, nel 1055, fu conquistata dai Normanni che vi stabilirono un presidio e la elevarono a sede vescovile. Costituita in contea, fu data, con la vicina Rocca, ad Ugo di Falloch, il cui figlio Mibera, accusato di tradimento, fu spogliato del possesso dal duca Ruggero Borsa nel 1088. Da allora la contea passò a Rodolfo di Loritello e restò in potere della sua casata fino al 1252, anno in cui entrò a far parte del demanio regio, con Guglielmo I il Malo. Nel 1255 fu per breve tempo sotto la signoria di Pietro Ruffo che invano tentò di dominare insieme la Calabria e la Sicilia. Nel 1256 Manfredi conquistò la città e la tenne per dieci anni, cioè fino alla sua morte (battaglia di Benevento: 26 febbraio 1266). |
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Palazzo Fazzari - Corso Mazzini (vecchio corso V. Emanuele) |
La protezione di questo sovrano favorì la libera Università e la città divenne un importante centro di studi e di commerci. Vi fiorì da allora l’industria della seta, tanto che, ancora nel XVII sec., su una popolazione di 16.000 abitanti contava 1.000 telai.
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I maestri della seta catanzarese portarono a Lione la tecnica dei broccati, della seta pura, e dei velluti preggiati. Il quartiere della città che ospitava gli antichi laboratori e le scuole dove si tesseva e si filava, conserva tuttora il nome antico di Filanda (tra la chiesa della Maddalena e la vecchia Porta di Mare). |
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Salita Maddalena |
Porta di Mare |
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Agli albori del XVI sec. Catanzaro seguì la sorte del Reame di Napoli. Nel 1528, assediata dai Francesi comandati da Simone dei Teobaldi, inviato dal generale Lautrec, resistette per quattro mesi, meritandosi da Carlo V il titolo di “Magnifica et Fidelissima” e il permesso di fregiare il suo stemma con l’aquila imperiale e con il motto “sanguinis effusione” (in sostituzione del telaio, precedente simbolo delle attività artigianali della popolazione). Nel 1595, Filippo Il la eresse capoluogo della Calabria ulteriore, insediandovi la R. Udienza, mantenuta fino al 1806. |
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Piazza Matteotti (inizio secolo) |
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Nel 1734 agli Spagnoli successero i Borboni di Ferdinando II e Francesco II che governarono fino al 1860, salvo il decennio di dominazione francese, nel periodo in cui Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat s’insediarono nel regno di Napoli (18061815). Dal 1816 fu sede della R. Intendenza e delle più alte magistrature della provincia e della regione. Partecipò attivamente ai moti del 1820 e 21, subendo severe repressioni da parte del De Matteis. Il 24 marzo 1823 vi furono giustiziati i patrioti Luigi Pascali, Giacinto De Jesse e Francesco Monaco da Dipignano. Le idee mazziniane della carboneria, diffuse da Luigi Settembrini, alimentarono il patriottismo dei suoi abitanti e li spinsero a partecipare ai moti del ‘48 e del ’60, mentre Guglielmo Pepe serviva Ferdinando II di Borbone per combattere gli austriaci. Il 31 agosto 1861 a capo della sua brigata, vi entrava Nino Bixio. Alla caduta del regime borbonico, Giuseppe Garibaldi arrivava a Catanzaro e, nonostante i dissidi, la città, con il plebiscito del 2122 ottobre, passò a far parte del Regno d’Italia. |
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Piazza Matteotti (fine secolo) |
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Tra la fine di agosto ed i primi di settembre 1943 Catanzaro subì una serie di bombardamenti che le inflissero gravi danni. Subito dopo fu occupata dalle truppe angloamericane. Alla fine della guerra, nel 1945, iniziò la ricostruzione e i movimenti di sviluppo urbanistico. |
| Ponte sulla Fiumarella |
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